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Il Matrimonio di Lorna (2008) di Jean-Pierre e Luc Dardenne

RECENSIONE E SCHEDA: Il Matrimonio di Lorna (2008) di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne. Critiche discordanti per l’ultimo film di Jean-Pierre e Luc Dardenne: Hollywood Reporter “non è a livello dei film precedenti”. El Pais “squallore e noia: il solito film dei fratelli Dardenne”. La Repubblica “un film d’alto profilo”. Il Corriere della Sera “rigore e passione”. Cinemadelsilenzio “la storia è dura, potente e asciutta”.

61° Festival di Cannes (più di dieci minuti di applausi), ma non solo: la giuria lo ha premiato per la migliore sceneggiatura. Del resto i fratelli Dardenne sono abituati ai riconoscimenti: proprio Cannes li ha incoronati per ben tre volte, con la Palma d’oro per Rosetta nel 1999 e L’Enfant nel 2005, con il premio per l’interpretazione maschile a Olivier Gourmet per Il Figlio nel 2002.

Jean-Pierre e Luc Dardenne, di estrazione sociale modesta, cresciuti a contatto col mondo operaio, sono noti per il loro cinema del disagio sociale, un cinema secco e rigoroso che spesso costituisce un’ardua sfida alla platea, un cinema forte e nobilissimo, un cinema che evidenzia come il danaro sia l’unica religione, un cinema che angoscia e fa disperare sul futuro dell’umanità, un cinema che mette a disagio gli spettatori con vicende sgradevoli al massimo.
Nel Il Matrimonio di Lorna (ma preferibile il titolo originale Lorna’s Silence cioè Il Silenzio di Lorna, protagonista del film è infatti il silenzio inteso come “tutto ciò che Lorna nasconde agli altri e a se stessa”, Megamodo.it, un silenzio “interiore e la parola espressa…un tentativo di far tacere una coscienza in tumulto”, Cinergie.it) i toni sembrano ammorbiditi e diversi: abbiamo sempre i principali ingredienti del Dogma 95 (linguaggio minimalista, messa in scena priva di fronzoli e orpelli vari, mancanza di colonna sonora esterna aggiunta o luci artificiali, macchina da presa a mano, ambienti reali…), ma è abbandonato il tipico formato 16 mm (sostituito dal 35 mm, con inquadrature più larghe, più ferme e meno in movimento: “la cinepresa è diventata testimone più che attore”, Philippe Elhem), i dialoghi abbondano, e la vicenda raccontata, pur imperniata sempre su disperati emarginati indifesi (e sfruttatori),  sembra offrire -con il suo finale aperto e inatteso- una lieve luce di speranza (è un “inno alla libertà” secondo alcuni critici).

“disposta a rendersi complice di una macchinazione spaventosa pur di raccogliere i soldi necessari per realizzare il suo sogno, diventa simbolo di chi vuole riappropriarsi di un’umanità svanita nella selva delle violenze quotidiane” (Joshua Massarenti). A salvare Lorna saranno i suoi rimorsi: “in un mondo così cruento, il senso di colpa è l’unico sentimento che ci consente di accedere all’umanità” hanno dichiarato i registi. La incarna una bravissima Arta Dobroshi, eccezionale nell’esprimere cinismo freddezza e determinazione (apparente) sentimento fragilità e pietà (nella sostanza).
Ma tutto il cast è da applauso in questa opera costruita come un thriller arricchito da una serie continua di colpi di scena che coinvolge lo spettatore non permettendogli la minima distrazione.

SCHEDA

Titolo Originale: Lorna’s Silence
Regia: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Sceneggiatura: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Cast: Arta Dobroshi (Lorna), Jérémie Renier (Claudy Moreau), Fabrizio Rongione (Fabio), Alban Ukaj (Sokol), Morgan Marinne (Spirou), Olivier Gourmet (l’Ispettore), Anton Yakovlev (Andrei), Mireille Bailly (Monique Sobel), Laurent Caron (Commissario), Grigori Manukov (Kostia)
Produzione: Les Films du Fleuve, Archipel 35, Lucky Red, Gemini Film, Mogador Film
Distribuzione: Lucky Red (Italia)
Paese: Belgio, Francia, Italia, Germania (2008)
Genere: Drammatico
Durata: 105′ circa
Tipologia: Lungometraggio
Uscita Italia: Settembre 2009 (cinema), 25 Febbraio 2009 (DVD)
Uscita Belgio: 27 Agosto 2008
Uscita USA: 31 Luglio 2009 (limitata)

Trama:
Lorna è una ragazza albanese che, pur di realizzare i suoi sogni e vivere in Belgio, si adatta a sposare un giovane drogato. La sua è una decisione consapevole e cinica perché lei spera che, una volta morto suo marito per un’overdose, lei possa essere finalmente libera di fare ció che desidera. Ma il suo giovane marito, invece, vuole continuare a vivere… (ComingSoon.it)

Note:

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