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Momma’s Man (2008) di Azazel Jacobs

Titolo originale: Moma’s Man Regia: Azazel Jacobs
Sceneggiatura: Azazel Jacobs
Cast: Matt Boren, Ken Jacobs, Richard Edson, Piero Arcilesi, Dana Varon
Paese: USA (2008)
Uscita Italiana: nd (Presentato al Torino Film Festival 2008) Uscita USA: 5 Settembre 2008

Trama: Dopo aver fatto visita ai genitori, Mikey si dirige verso l’areoporto per tornare dalla moglie e dal figlio appena nato. Ma, alla fine, decide di non imbarcarsi e di fare ritorno nell’appartamento della madre e del padre, nella stanza della sua infanzia. Incerto lui stesso sulle motivazioni di tale scelta, inventa scuse per giustificare la sua permanenza. La madre è più che felice del continuo rimandare del figlio mentre il padre rimane perplesso.

Recensione:

Azazel Jacobs (figlio del regista sperimentale e pioniere del cinema americano indipendente Ken Jacobs) affronta la storia di uomo che improvvisamente viene colto da una smania, quasi paranoica, di rivivere gli anni adolescenziali.
Girato con una tecnica molto elementare, che ricorda in alcune sequenze i filmini di storia familiare che tutti noi abbiamo a documentare la nostra infanzia, Momma’s man indugia troppo sulla lentezza e piattezza dei primi piani del protagonista, oltre che a lasciar eccessivo tempo a elaborazioni sullo script, da parte del pubblico, che non portano a nessuna soluzione. Nulla trapela, durante questa pellicola, sulle motivazioni che spingono Mikey a cercare un rifugio nel passato; di lui si apprende solo che ha una fedele moglie, un’ adorabile figlia che lo aspettano in California, mentre lui si bea, indolente, tra la cucina di mamma e il dolce far nulla. Mikey è semplicemente un personaggio sbiadito, che potrebbe irritare il pubblico per il suo egoismo, anche perché allo spettatore in sala è solo permesso di costruire ipotesi molto sfumate sulle ragioni del suo comportamento.
Quello che attrae, in modo bizzarro, di Momma’s man, è l’ambientazione; questo film è stato prevalentemente girato all’interno della vera casa del regista, dove tutt’ora abitano i suoi genitori, che interprato la madre e il padre di Mickey.

Il regista, a Torino, per presentare questa opera in concorso, appunto al Torino Film Festival, ha dichiarato che

«Momma’s Man è nato come un modo di documentare il posto in cui sono cresciuto. Volevo fare un film per raccontare un posto che amo, la casa in affitto a equo canone dei miei nel quartiere Tribeca a New York; è un modo per fermare il tempo.
Tribeca, un quartiere una volta frequentato da artisti, si sta ora trasformando rapidamente in una sorta di Saint Moritz. Un giovane banker ha recentemente acquistato l’edificio e sebbene i miei genitori vivano ancora in equo canone, so che un giorno o l’altro mi capiterà di passare sotto casa chiedendomi chi siano i nuovi inquilini: una prospettiva che mi spaventa molto»

Dicevo, quello che colpisce e lascia incredulo lo spettatore è la casa, vera, dove vivono Ken e Flo Jacobs; è un loft, ma sembra il magazzino di un rigattiere o un monte dei pegni. Non ci sono armadi, solo file e file di scaffali con svariati oggetti, da vecchi dischi, a computer nuovi e vecchi, soprammobili, pizze di film, …; e non ci sono nemmeno dei letti, almeno intesi come si possono raffigurare nel nostro immaginario, solo materassi e coperte in terra.
Mickey dorme su un soppalco, con mattoni in vista e travi che avrebbero bisogno di una sistemata. In mezzo a tutta questa confusione ordinata, ritrova i suoi diari e quaderni di infanzia. Per rimpianto o per infantilismo ricontatta alcuni amici del liceo, la sua prima ex fidanzata e il suo miglior amico.
L’effetto che ne deriva è desolante, non si può, in questo caso non provare una sincera compassione per Mickey, per il suo essere fuori luogo, per il voler ricreare un passato, quando tutti sono andati avanti.
Jacobs ha specificato che l’unico elemento non autobiografico del film è proprio Mickey, figura diametralmente opposta a lui, tanto che anche Ken e Flo Jacobs erano esitanti e insoddisfatti del comportamento del loro figlio per finzione cinematografica.
Momma’s man è un lavoro curioso, simpatico per la concretezza che hanno i genitori di Mickey, ma complessivamente troppo intimista.

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