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Il giardino di limoni (2008) di Eran Riklis

hiam-abbassRegia: Eran Riklis
Sceneggiatura: Eran Riklis, Suha Arraf
Cast: Hiam Abbass, Doron Tavory, Ali Suliman, Rona Lipaz-Michael, Tarik Copty, Amos Lavie, Amnon Wolf, Smadar Yaaron, Ayelet Robinson
Paese: Germania, Francia, Israele 2008 Uscita Italiana: 12-12-2008. Uscita Israele: 27-03-2008

Trama:
Tragedia e commedia. Il conflitto tra Israele e Palestina visto con gli occhi di una donna coraggiosa, disposta a sacrificare la vita per il giardino di limoni che per anni ha coltivato assieme al padre…

Recensione Il giardino di limoni (2008) di Eran Riklis
(titolo originale: Lemon Tree):

Ottimi i giudizi della critica.

Ciak: Mescolando sapientemente rabbia e umorismo, tragedia e commedia, il regista dimostra come il cinema intelligente possa essere anche di intrattenimento.
La Stampa: Un film bello e serio… Girato con leggerezza affettuosa, intuito intelligente e sensibilità, il film è davvero riuscito.
Il Messaggero: …dice tutta la cura e la miracolosa concretezza di un film che concentra una questione complessa come quella mediorientale in un fazzoletto di terra e un pugno di personaggi… Nessuna retorica però. Il regista sa unire come pochi il crudele e il ridicolo.
L’Unità: La pellicola rende con efficacia il pesante clima psicologico di sospetto reciproco…
Cinespettacolo: Emoziona il film-gioiello di Eran Riklis sul conflitto mediorientale…
Il Corriere della Sera: Riklis costruisce il film con il sapiente dosaggio di divertente ironia e surreale follia che aveva già contraddistinto le sue opere precedenti…

giardinolimoni-locandinaEran Riklis, l’acclamato autore del bellissimo “La Sposa Siriana” (vincitore di ben 18 premi internazionali), non delude le aspettative. “Il giardino di limoni” conferma la notevole capacità del regista israeliano di realizzare opere  originali e dalle storie inusuali e (in un certo senso) paradossali.
Anche qui abbiamo un racconto che, in altre mani, risulterebbe poco plausibile e non verosimile… ma Riklis è talmente bravo che tutto sembra logico e coerente. Lo spettatore segue con attenzione immergendosi nella vicenda, partecipando e lasciandosi massimamente coinvolgere.

“Il giardino di limoni” (che ha ricevuto il “Premio del Pubblico” all’ultimo Festival di Berlino ed ha avuto accoglienze entusiaste al Festival di Torino) è un apologo, una allegoria… una favola forse, amara e disincantata, che vorremmo fosse vera e che ha il pregio di non concludersi “favolisticamente” (un finale che lascia in bocca un gusto agro proprio come se si fosse addentato un limone, ma non del tutto privo di quella dolcezza che si chiama speranza, Federico Gironi).
Un film che induce a riflettere su certi assurdi comportamenti e su quanto insensati siano ostilità e diffidenze tra culture e comunità diverse.
Un film dove gli sguardi e i silenzi sono importanti e dicono più di mille parole, suggerendo come la solidarietà sia possibile nonostante tutto.
Un’opera delicata e apparentemente semplice, sincera asciutta mai retorica né manicheista e che miscela perfettamente dramma e ironia (un critico, fuori dal coro generale di elogi che il lavoro ha ricevuto, parla di “melassa”… ma evidentemente ha visto un altro film).)

Per l’edizione italiana siamo alle solite. Il doppiaggio appiattisce l’intera opera facendo parlare tutti i personaggi (arabi israeliani americani) nella stessa lingua. Il film, dove la non comprensione della lingua è un elemento importante e che spiega risvolti e atteggiamenti, perde così tensione e drammaticità: possibile che nessuno protesti?

Splendida prova attoriale per Hiam Abbass, Ali Suliman (ambedue ammirati e applauditi ne “La Sposa Siriana” e in “Paradise Now”) e Rona Lipaz-Michael (al suo debutto sul grande schermo).
Hiam Abbass (giustamente premiata con l’Israeli Film Academy Award) conferma di essere una delle migliori attrici oggi in circolazione.  Dell’attrice israeliana, ma che vive e lavora a Parigi, avevamo in passato scritto: un volto intenso drammatico intelligente magnifico (ricorda la migliore Irene Papas) che non è facile dimenticare. Da confermare in pieno. Qui appare totalmente diversa dando prova di una ecletticità veramente straordinaria: pacata dimessa controllata, riesce ad esprimere con pochi gesti e con pochi sguardi una determinazione e una combattività fuori dal comune, offrendoci uno splendido ritratto di donna coraggiosa, umile e fiera al contempo, che crede in determinati valori e che non è disposta a cedere. Dire brava è poco.

In definitiva, da sottoscrivere in pieno quanto afferma Claudio Fontanini:
Quando la semplicità diventa Arte. Da non perdere. Lode alla Teodora di Vieri Razzini che lo distribuisce coraggiosamente a Natale. Speriamo che molti se ne accorgano.

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