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Perdita Durango (1997) di Alex De la Iglesia

RECENSIONE E SCHEDA: Perdita Durango (1997) di Alex De la Iglesia. Cinematograficamente parlando il cosiddetto “Dimenticatoio” è un luogo particolarmente affollato. Un cassetto dentro il quale vengono conservati titoli di prossima distribuzione. Prossima si fa per dire, visto che in molti casi quelli che dovrebbero essere pochi mesi si trasformano in anni, se non eternità.

Quello di Perdita Durango è solo uno degli innumerevoli esempi che si potrebbero fare a proposito (tra i più recenti si potrebbe citare il caso di Invincible, film del 2001 diretto da Werner Herzog).
Rinato dopo il successo di Crimen Perfecto, ha dovuto attendere otto anni prima di poter giungere nelle sale Italiane.
Certo può sembrare paradossale, ma è in questi casi che bisogna ringraziare la sbadata distribuzione nostrana perché, nonostante l’attesa, è riuscita a farci dono di quest’opera controversa, forse la più libera e spregiudicata di Alex De La Iglesia.
Una sorta di capolavoro mancato che ancora oggi riesce a far discutere, non solo per i suoi pregi.

Come si dice, meglio tardi che mai! Giunta da noi nel 2005, nonostante il titolo fosse del 1997, questa controversa (anti)eroina femminile nasce dalla costola di una ben nota storia d’amore “on the road”.

Alla sua prima apparizione sul grande schermo, infatti, Perdita Durango aveva le sopracciglia folte e il viso di Isabella Rossellini. Era il 1990. Il film era Cuore Selvaggio, vincitore della Palma d’oro al festival di Cannes, nonché summa di una possibile letteratura americana di stampo Lynchano.
Alla (co)sceneggiatura, ancora una volta, Barry Gifford, autore di entrambe le storie e cantore di quelle enigmatiche Strade Perdute riprese nel 1996.
Come la pellicola del regista statunitense questo Perdita Durango racconta l’avventura di una coppia al limite, all’interno di quei deserti e di quel mondo patinato (non solo) americano, popolato da personalità eccessive e surreali, anticipando quell’idea di cinema espressa da David Lynch lungo la sua Mulholland Drive.
Immersi nel reale filmico, infatti, nomi e volti non sono altro che “puri accidenti”, facilmente interscambiabili e modificabili.
E’ così che quel pallore e quel crine biondo ossigenato, che avevano delineato il personaggio di Isabella Rossellini, assumono magicamente, all’interno dell’opera di Alex De la Iglesia, i lineamenti marcatamente latini di Rosie Perez.
Come compagno, Romeo Dolorosa, un “esordiente” Javier Bardem, dedito alla Santeria, alla violenza e (ancora una volta) caratterizzato da un’eccentrica pettinatura.
Muovendosi tra Cuori Selvaggi e Assassini nati, il film appare come la lucida riflessione grottesca di un mondo votato fatalmente verso l’autodistruzione. Un microcosmo contaminato da una memoria cinematografica, storica, locale, capace di (ri)vivere grazie a numerosi feticci, disseminati lungo una narrazione che culmina in un finale metacinematografico (sulla scia di Vera Cruz), all’interno del quale vita reale e tradizione filmica si fondono in un’estrema catarsi portatrice di gloria.
Come Sailor e Lula, come Mickey e Mallory, anche Romeo e Perdita rappresentano l’estremizzazione di un melodramma moderno, volutamente eccessivo, violento e intriso della più sporca sessualità.
Destinata a finire con una solitaria passeggiata per le vie di Las Vegas, fra luci al neon e anonimi viandanti, quest’avventura sembra volerci ricordare che, dentro questo macrocosmo caotico, non esistono vincitori. Tantomeno cattivi.

SCHEDA

Titolo Originale: Perdita Durango
Regia: Alex de la Iglesia
Sceneggiatura: Barry Gifford, David Trueba, Jorge Guerricaechevarría, Alex de la Iglesia
Cast: Rosie Perez, Javier Bardem, Harley Cross, Aimee Graham, James Gandolfini
Produzione:
Distribuzione:
Paese: Messico, Usa, Spagna (1997)
Genere: Azione, Pulp
Durata:
Tipologia: Lungometraggio
Uscita Italia: 24 Giugno 2005
Uscita Spagna: 1997

Trama:
La storia di Perdita Durango (lei) e Romeo Dolorosa (lui), personalità complementari unite dal destino e coinvolte all’interno di una perversa love story, all’insegna della magia nera, del rapimento e del traffico illecito di feti umani.

Note:

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