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Vuoti a Rendere (2007) di Jan Sverak

Vuoti a RendereRegia:  Jan Sverak
Sceneggiatura: Zdenek Sverak
Cast: Zdenek Sverak, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova, Alena Vránová, Jirí Machacek, Miroslav Táborský, Martin Pechlát, Nella Boudová, Jan Budar
Paese: Repubblica Ceca, Gran Bretagna (2007) Uscita Italiana: 16 Gennaio 2009 Uscita Repubblica Ceca: 8 Marzo 2007

Trama:
Un professore in pensione non si arrende e riconquista il piacere di vivere intrufolandosi nelle vite degli altri…

Recensione Vuoti a rendere (2007) di Jan Sverak:
(Titolo originale: Vratné lahve)

Semplice e leggero, a tratti poetico e commovente (senza cadere mai nel facile patetismo) un film dolceamaro che la critica ha giudicato positivamente (e che ha ottenuto il premio del pubblico al festival di Karlovy Vary nonché tanti altri riconoscimenti):
Cinespettacolo: Brillante e malinconico il film è una deliziosa commedia umana sulla terza età.
Il Corriere della Sera: Cast ottimo e vario… il tono del racconto è di esemplare, acida misura, non sbanda nella retorica…
Il Messaggero: Il tutto raccontato con un tocco lieve e scanzonato…
Liberazione: Ben girato e scritto, si sta bene in sala senza sentirsi troppo scorretti.
Ciak: …diverte, commuove e ci ricorda che il primo effetto speciale del cinema è la perlustrazione dell’animo umano.
Movieplayer: …un gioiellino di sensibilità e fine umorismo…
Repubblica: …aggraziata parabola morale…

trilogia-di-sverak

Zdenek e Jan Sverák (nella vita, padre e figlio: regista il secondo, sceneggiatore oltre che attore protagonista il primo) hanno realizzato un trittico sulla vita: 1992 il mondo dell’infanzia in “Scuola elementare” (Obecná škola); 1996 l’età adulta con “Kolya” (premiato con l‘Oscar). “Vuoti a rendere”, imperniato sul pensionamento e la vecchiaia, conclude la trilogia.

vuoti-a-rendere-locandina“Vuoti a rendere” (che ha ottenuto il miglior incasso di tutti i tempi nei cinema della Repubblica Ceca) non è solo un film che analizza la terza età con i suoi problemi (la solitudine, la stanchezza per un lavoro diventato ripetitivo, la crisi per un rapporto coniugale ormai logoro, il sentirsi un residuo della società…) ma è anche un affresco della “Praga moderna, piuttosto indifferente al richiamo di quegli ideali di cultura per cui tanti intellettuali (fra cui i due vecchi professori protagonisti, moglie e marito) lottarono in gioventù, ritrovandosi oggi esclusi da una società in rapido cambiamento e da un circuito produttivo sempre più incentrato su meccanismi automatici e poco interattivi” (Elisabetta Colla).

A prevalere comunque nel film sono un’arguta e sottile autoironia, un umorismo ben equilibrato e senza sbavature e con un tocco di giusta malinconia: una sceneggiatura intelligente e disincantata che dà una buona caratterizzazione ai diversi personaggi (tutti ricchi umanamente) e che offre più di uno spunto di riflessione.

Zdenek Sverak, in patria famoso anche come scrittore e commediografo, è bravissimo nel ritratto di un personaggio che ha la carica di un ventenne, la curiosità di un bambino, e la testardaggine di un uomo di una certa età (35mm).

p.s.
Un po’ artefatto il doppiaggio

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