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Katyn (2007) di Andrzej Wajda

KatynRECENSIONE E SCHEDA: Katyn (2007) di Andrzej Wajda. Critiche sostanzialmente positive per questo film che giunge nei nostri cinema con notevole ritardo (e in pochissime sale: la situazione della distribuzione in Italia, soprattutto per quanto riguarda il cinema d’autore e le società di distribuzione indipendenti, lascia sempre più a desiderare): Il Corriere della Sera: “Solenne come un oratorio e insieme schietto come un racconto di vita, Katyn dovrebbe costituire una visita d’obbligo”.


L’Unità: “Il film è lungo, a tratti un po’ televisivo, ma nel finale… diventa fortissimo”.
MyMovies: “Un film rigoroso a metà strada tra la rievocazione di un episodio storico di portata drammatica e la narrazione di una struggente vicenda famigliare”.
FilmUp: “Katyn è…un lavoro impeccabile sia dal punto di vista della regia che dell’interpretazione, anche se un po’ freddo e “a tesi” nell’esposizione”.
Il Sole 24 Ore: “Dovevano essere veramente accecati i membri della commissione selezionatrice dell’ultimo Festival di Venezia che hanno rifiutato questo film”.
Il Messaggero: “Toccante lezione di storia”.

Andrzej WajdaPer comprendere l’importanza di questo film è opportuno ricordare quanto avvenne più di mezzo secolo fa.  Il 1° settembre 1939 la Germania invase la Polonia da ovest, sedici giorni dopo vi fu l’occupazione ad est da parte dell‘Unione Sovietica. Migliaia di soldati polacchi vennero imprigionati in campi di concentramento: per ordine di Stalin furono uccisi e i loro corpi fatti sparire. Terminata la guerra, l’Unione Sovietica addossò alla Germania lo sterminio. “Per non aver accettato tale tesi il governo di Varsavia in esilio fu dichiarato nemico della patria, mentre Churchill sentenziò che non era il momento di aprire contenziosi fra alleati, Roosevelt rimase muto e i criminali russi eressero un cippo commemorativo antitedesco” (Tullio Kezich). La menzogna venne mantenuta fino alla caduta del muro di Berlino: solo nel 1990 Mikhail Gorbaciov ammise la responsabilità del suo Paese.

Un film doloroso e necessario. Un film-verità dal grande valore storico, ma non solo: Andrzej Wajda (ottantatré anni, Oscar alla carriera nel 2000) rappresenta un potente dramma umano centrando l’attenzione sulle donne degli ufficiali imprigionati che, inconsapevoli di quanto accaduto, aspettarono invano il ritorno dei propri cari: l‘accento è posto quindi soprattutto sulle sofferenze individuali, il che naturalmente serve ad avvicinare allo spettatore una pagina vergognosa che rischia l‘oblio.
“Un’opera solenne, ieratica, toccante e austera” (Il Secolo XIX) sulle incertezze, sulle illusioni, sul desiderio di sopravvivere nonostante tutto: senza giudicare nessuno ci vengono mostrati i compromessi, le omissioni, le viltà, le rinunce, le lotte con le proprie coscienze di un’intera popolazione. Con uno stile secco e asciutto, severo e distaccato, senza retorica né superflui pietismi, Andrzej Wajda (che ha dedicato il film alla memoria del padre, ufficiale polacco ucciso, e a quella della madre, tra le molte mogli ingannate per anni dalla menzogna sovietica) ha il merito di non instillare odio. Lo scopo è un altro: illustrare le conseguenze di una vergognosa bugia, far luce su un tema tabu ai tempi del comunismo in Polonia, ristabilire la verità, invitare a non dimenticare, rendere giustizia a tutte le vittime e a tutti i perseguitati…

Basato su Post mortem (il libro di Andrzej Mularczyk) e sul diario del maggiore Adam Solski trovato durante l’esumazione del cadavere nel 1943, diviso in tre parti (la duplice occupazione e la cattura degli ufficiali da parte dei sovietici, l’apprendere dei polacchi del massacro di Katyn, le nuove generazioni di fronte alla menzogna), visivamente splendido e interpretato meravigliosamente,  Katyn è un film di straordinaria intensità: 124 minuti, struggenti e angoscianti, che coinvolgono e turbano.

L’ultimo quarto d’ora sconvolge come raramente accade:  tornando indietro nel tempo, vediamo quello che è veramente accaduto nella foresta di Katyn. Una vera e propria mattanza di una crudezza agghiacciante, quasi insostenibile.
Suggestivamente il film termina con un intero minuto di schermo completamente nero: di sottofondo le note del Requiem Polacco: Il Sogno di Giacobbe di Krzysztof Penderecki. “Non scorrono titoli di coda. Cala il silenzio in sala. Com’è giusto che sia” (Movieplayer).

Scrive meritoriamente l’Unità: “Vederlo, per chi si è riconosciuto nella storia del comunismo, nelle sue grandezze e nelle sue tragedie, è compiere un atto di giustizia”.

ps
Andrzej Wajda è attualmente in concorso al festival di Berlino con la sua nuova opera, Tatarak.

SCHEDA

Katyn - LocandinaTitolo Originale: Katyn
Regia: Andrzej Wajda
Sceneggiatura: Przemyslaw Nowakowski, Wladyslaw Pasikowski, Andrzej Wajda
Cast: Maja Ostaszewska, Artur Zmijewski, Andrzej Chyra, Danuta Stenka, Jan Englert, Magdalena Cielecka, Pawel Malaszynski, Maja Komorowska, Wladyslaw Kowalski, Wiktoria Gasiewska, Anna Radwan, Joanna Kawiorska, Stanislawa Celinska, Agnieszka Glinska, Antoni Pawlicki, Agnieszka Kawiorska
Produzione: Akson Studio, Istituto Polacco di Roma, Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia
Distribuzione: Movimento Film
Paese: Polonia (2007)
Genere: Drammatico, Storico
Durata: 118′ circa
Tipologia: Lungometraggio
Uscita Italia: 13 Febbraio 2009
Uscita USA:
Uscita Polonia: 21 Settembre 2007

Trama:
Il film ripercorre la strage di migliaia di soldati polacchi messa in atto dalla polizia segreta di Stalin il 5 marzo 1940 nella foresta di Katyn, situata nei pressi della città di Smolensk, in Russia.

Note:
– Katyn è stato candidato agli Oscar 2008 come miglior film straniero.
– Katyn ha partecipato fuori concorso al 58esimo Festival del Cinema di Berlino e, sempre fuori concorso, al Torino Film Festival.
– Il film è tratto dal libro Post Mortem, scritto da Andrzej Mularczyk.

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