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Recensione: Non è un Paese per Vecchi (2007) di Joel ed Ethan Coen

Non è un Paese per VecchiRECENSIONE: Non è un Paese per Vecchi (2007) di Joel Coen, Ethan Coen. Tra i più importanti film che la tv satellitare trasmette per il mese di Marzo, vi è sicuramente questo. Dopo Fargo (e prima di Burn After Reading) un nuovo ritratto al vetriolo della società americana da parte dei fratelli Joel e Ethan Coen, in un film difficilmente catalogabile in un genere preciso (un thriller, un noir, un dramma, un western, una satira…?).

Mentre nel film del 1996 l’accento era posto sulla stupidità della violenza contemporanea, in Non è un Paese per Vecchi l’attenzione è rivolta a una umanità che precipita in modo ineluttabile verso lo sfacelo, stanca quasi di vivere in un mondo malato e detestabile che vede la scomparsa di ogni valore etico e morale: definitivo crollo dell’american dream.

Non è un Paese per Vecchi - Locandina 2Tratto dall’omonimo romanzo del Premio Pulitzer Cormac McCarthy, un film (intelligentemente senza colonna sonora e con dialoghi ridotti all’osso) che attanaglia lo spettatore, non gli consente la minima distrazione, coinvolgendolo e disturbandolo. Un’opera cruda, dura, spesso cruenta… un’opera per palati forti che induce ad amare e sconfortanti riflessioni.
Premiato ai Golden Globe e ai Directors & Actors Guild Awards (e vincitore di quattro Oscar), il film è spietato e grottesco al contempo, reale e assurdo, disincantato e accorato. Qualcuno di noi cerca risposte su quanto sta accadendo al nostro mondo? La risposta di Joel ed Ethan Coen è pessimista e senza speranza: vite sprecate, morti assurde, indifferenza alle altrui sofferenze, assenza assoluta di una qualsiasi regola, impossibilità di controllare la propria esistenza… inutile trovare un senso al tutto.

L’unica cosa certa è “la disgregazione personale e civile, sociale e morale”. Un film da non perdere, una disturbante riflessione, un amaro e dolente specchio dei nostri tempi sotto forma di perfetto e solido noir. Da sottolineare che Non E’ un Paese per Vecchi è impreziosito da un ricco cast la cui prestazione è al di sopra di ogni possibile elogio.

p.s.
Una lode particolare al direttore della fotografia Roger Deakins, che, come ha affermato un critico, “ha reso ombre e luci veri e propri narratori della vicenda”.

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