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Recensione: Ponyo sulla Scogliera (2008) di Hayao Miyazaki

RECENSIONE: Ponyo sulla Scogliera (2008) di Hayao Miyazaki.
E’ un vero peccato che qui da noi il cinema d’animazione non sia riuscito (almeno non del tutto) a oltrepassare il discutibile confine dell’età. Un concetto radicato profondamente nella nostra cultura e che relega i cosiddetti cartoni animati ad un pubblico prevalentemente infantile.

Non è così nel paese del Sol levante, dove l’animazione rappresenta una delle tante maniere di fare Cinema e dove Hayao Miyazaki, considerato da critica e pubblico un vero e proprio autore, gode di una fama degna dei più grandi registi.
Ponyo sulla Scogliera, presentato all’ultimo Festival di Venezia, riprende molte delle tematiche care al cinema di Miyazaki. Il rapporto Uomo/Natura, la presenza di protagonisti bambini e una marcata dimensione spirituale, che molto deve alla mitologia Nipponica.
In questo caso si tratta di una fusione tra spiritualità orientale e mito occidentale, visto che la vicenda, come ha sottolineato lo stesso regista, “porta La sirenetta di Hans Christian Andersen nel Giappone contemporaneo. […] Così ho voluto offrire la mia risposta alle afflizioni e alle incertezze dei nostri tempi“.

Un’ opera quindi che ha il pregio di accontentare un pubblico eterogeneo e che, avvalendosi di uno stile rappresentativo classico (godiamocelo ancora fin quando dura), presenta una storia in grado di emozionare con la più semplice delle constatazioni:
Tutto ha un’anima all’interno di questo mondo, non solo noi.

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