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Recensione: Paz! (2001) di Renato De Maria

Paz!RECENSIONE: Paz! (2001) di Renato De Maria. Un film italiano girato in digitale e tratto dal genio dei fumetti di Andrea Pazienza che è ormai un piccolo culto, capace come è stato di esprimere in modo convincente una trasposizione delle tavole di Pazienza rimanendo comunque fruibile anche a parte. Esprimendo un disagio giovanile in un modo che non abbiamo più visto.

Paz! infatti rappresenta uno dei migliori lavori italiani degli anni 2000. Registicamente valido come nei contenuti che dispiegano errori e orrori di una gioventù fuori, più che bruciata. Disagio e incomunicabilità, solitudine e società marcia con lo sfondo accennato delle rivolte studentesche e della particolare situazione sociale degli anni ’60 e ’70 (più precisamente attorno agli anni di piombo del 1977). Il tutto condito da un umorismo, a volte un pò spietato, che accompagna il film come accompagnava le tavole di Pazienza.

Il film ci mostra la vita nelle 24 ore di diversi ragazzi nella Bologna anni ’70 ( Pentothal, Claudio Santamaria nel ruolo di Pentothal - FrameMassimo Zanardi, Enrico Fiabeschi…) tramite storie e situazioni tragicomiche che si sfiorano solamente fra loro, senza mai avere un vero contatto umano, tutte accomunate da una alienazione dal mondo circostante e grida d’aiuto, o di rabbia, al vuoto. Ragazzi fuori posto per colpa loro, per loro natura, per colpa di altri ma comunque fuori posto; oppure nel posto giusto ma non ci vogliono stare. Ragazzi che camminano allo sbando sulla “retta via” (scuola, università, lavoro) sapendo allo stesso tempo di non essere in grado di percorrerla. Una sorta di “spleen” cinematografico del mondo giovanile di alienazione, solitudine, rabbia, sconforto, incomprensione per, in generale, un distacco dal mondo. Rapporti umani Paz! - Locandinaquasi sempre sbagliati e surreali, momentanei. Da notare il cielo bianco che ferma tutti i protagonisti, irreale che li avvolge maggiormente in una dimensione quasi onirica e distante, un fastidioso torpore che li confonde e li risveglia per un istante, allo stesso tempo. Un film che tira bene le corde di certi sentimenti, facendo un ritratto che non poteva mancare di un aspetto della gioventu’, omaggiando al tempo stesso l’autore dei fumetti Andrea Pazienza.

Una lode a tutti gli attori del buon cast, composto fra gli altri da Claudio Santamaria, il mitico Maximilian Mazzotta ( conosciuto più semplicemente anche come Max Mazzotta, che regala un’ ottima e esilarante interpretazione di Fiabeschi), Flavio Pistilli, Matteo Taranto…

Un altro punto di forza del film è la pregevole colonna sonora che presenta una selezione di brani niente male che variano dai Tiromancino agli Skiantos, da Lucio Dalla ai CCCP, Dagli Area a Ustmamò. Insomma un rigurgito positivo del piatto cinema italiano, se non altro per l’originalità e l’nticonformismo del soggetto (che deriva da un genio italiano del fumetto underground e non solo), che seppur tratti anche di giovani è ben lontano, per diversi motivi artistici e di contesto e provenienza, da film come Questo Piccolo Grande Amore (nonostante abbia in comune l’apporto alla sceneggiatura di Ivan Cotroneo), Albakiara e compagnia bella.

Da vedere e rivedere per gli appassionati, comunque immancabile nel proprio bagaglio di spettatore di cinema.

SCHEDA DEL FILM

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