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Il Canto di Paloma (2008) di Claudia Llosa

il-canto-di-palomaRECENSIONE E SCHEDA: Il Canto di Paloma (2008) di Claudia Llosa.
Il Giornale: “Dotato di una rara armonia, il film è da non perdere”. L‘Unità: “…un tema giusto non impedisce a un film di essere brutto, e Il Canto di Paloma è brutto”.
Il film  ha entusiasmato il Festival di Berlino, ma ha diviso i critici.

Tratto dal libro “El Mito del jani o el susto de la medicina andina” di Federico Sal y Rosas, Il Canto di Paloma è stato il primo film spagnolo a vincere l’Orso d’oro in 26 anni e molti si chiedono il perché la Giuria (guidata da Tilda Swinton) gli abbia dato il massimo premio. E’ senz’altro un lavoro interessante e degno di attenzione, e per più di un motivo: affresco di una cultura mitologica che sembra appartenere a un altro tempo e a un’altra realtà, ritratto di un mondo magico e onirico per molti aspetti a noi estraneo, storia anomala bizzarra e disturbante, fotografia suggestiva, colonna sonora preziosa, presenza di un’attrice dal volto difficilmente dimenticabile…

Ma Il Canto di Paloma mette a dura prova la pazienza dello spettatore, con la sua lentezza e ripetitività. Claudia Llosa (trentaduenne italo-peruviana residente a Barcellona) ha privilegiato uno stile rarefatto, alieno da ogni movimento e da ogni ritmo in cui il canto e gli sguardi hanno la meglio sui dialoghi e gli avvenimenti (“invece di scegliere un racconto tradizionale, dove i piccoli e grandi fatti quotidiani aiutano lo spettatore a capire la psicologia e le paure della protagonista, la regista sceglie un’altra strada, meno esplicita, fatta solo di allusioni, di particolari significativi”, Corriere della Sera). Un film molto diverso da quelli a cui lo schermo ci ha abituato: molti apprezzeranno, molti si pentiranno di aver scelto di vederlo.

L’opera intende presentarsi come una denuncia intensa e dolente della violazione dei diritti delle donne. La protagonista, simbolo delle ferite subite da un intero popolo, rappresenta tutte le donne che temono di essere violentate nel corpo e nello spirito: una vita, la sua, avvolta da una deprimente atarassia che è una vera e propria chiusura al mondo.  Le intenzioni del film sono pertanto alte e nobili ma stentano ad arrivare allo spettatore che si sente poco coinvolto: serpeggia, a tratti, un vago alone di noia.

Da lodare il pudore e la delicatezza con cui il tema del film viene affrontato (…si poteva facilmente sconfinare nel grottesco o nell’erotico) ma la dilatazione dei tempi e delle inquadrature rendono difficili emozioni e partecipazione.

Di fronte a un‘opera di tal fatta, allo spettatore forse non resta che porsi la seguente domanda: “Capolavoro da apprezzare e rivalutare tra anni o opera ormai passata ed espressione di un cinema elitario incapace di trovare un contatto con il pubblico?” (ScreenWeek).

p.s.
Brava Magaly Solier (in Perù nota più come cantante che come attrice), già protagonista di Madeinusa, film d’esordio di Claudia Llosa.

– SCHEDA –

il-canto-di-paloma-locandinaTitolo Originale: La Teta Asustada
Regia: Claudia Llosa
Sceneggiatura: Claudia Llosa
Cast: Magaly Solier, Marino Ballón, Susi Sánchez, Efraín Solís, Bárbara Lazón, Karla Heredia, Delci Heredia, Anita Chaquiri
Produzione: Oberon Cinematográfica, Wanda Visión, Vela Producciones
Distribuzione: Archibald Enterprise Film
Genere: Drammatico
Paese: Spagna, Perù (2008)
Tipologia: Lungometraggio
Durata: 103’
Uscita Italia: 08 Maggio 2009
Uscita Spagna: 13 Febbraio 2009
Uscita Perù: 12 Marzo 2009
Trama:
La madre di Fausta, una ventenne peruviana, sta morendo e le ricorda cantando che lei è stata allattata con “il latte del dolore” perché nata negli anni Ottanta, anni in cui violenza e stupri erano all’ordine del giorno…
Note:
Il film, che esce nelle nostre sale con il patrocinio di Amnesty International, fa riferimento al conflitto armato interno che vide contrapposti, in Perù, i gruppi di Sendero Luminoso e Tupac Amaru alle forze governative. Questa la motivazione del patrocinio: La storia di Fausta accomuna moltissime donne in un paese nel quale nonostante i miglioramenti…  c’è ancora violenza, c’è discriminazione nei confronti delle donne, c’è un tasso molto elevato di mortalità materna, quindi c’è una situazione di diritti umani che continua a preoccupare.

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