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Vincere (2008) di Marco Bellocchio

vincereRECENSIONE E SCHEDA: Vincere (2008) di Marco Bellocchio.
A Cannes la visione riservata alla stampa è stata accolta da tiepidi applausi di cortesia, ma alla presentazione ufficiale standing ovation e lunghissimi applausi da parte del pubblico.

Contrasti della critica straniera, perplessità in quella italiana per l’unico film italiano presente a Cannes 2009, film dalle grandi aspettative (sia per la storia raccontata sia per il nome del regista).
“Un’opera entusiasmante” per Variety ma per El Pais “…tutto risulta stonato, grottesco, forzato”.
Per Repubblica il film “…soprattutto nella prima metà non convince”. Il Foglio ironizza: “Il regista si è innamorato della vicenda e del personaggio, senza darsi la pena di spiegare allo spettatore il perché”. Il Corriere della Sera scrive “I grandi temi della carriera di Bellocchio si possono ritrovare in larga parte dentro Vincere… Ma tutti questi elementi faticano a trovare una sintesi che arrivi immediatamente al cuore dello spettatore”.

Particolarmente giusto trovo il giudizio del critico di ComingSoon che mi sembra abbia colto la caratteristica essenziale dell‘opera: “…un film dalle profonde ambivalenze, tanto incisivo ed efficace nella sua forma, quanto… opinabile per quanto riguarda il contenuto e le sue più dirette modalità di rappresentazione”.

Tecnicamente e stilisticamente Vincere risulta perfetto: ottimi la fotografia chiaroscurata e il montaggio rapido, impeccabile la fusione tra immagini di repertorio e il racconto vero e proprio, riuscita l’idea di inserire elementi grafici tipici degli anni 20/30, messa in scena ricca ed elegante ed encomiabile come ricostruzione storica (unico appunto, la colonna sonora: bella -richiama Wagner e il Philip Glass di The Hours- ma eccessivamente ridondante e onnipresente). Il problema è che sceneggiatura e regia non riescono a comunicare alcuna emozione, non suscitano alcun coinvolgimento. Si assiste impassibili al lunghissimo e interminabile dramma di una donna (per la quale si stenta a provare simpatia e pietà) la cui vicenda non appare del tutto chiara e che suscita interesse solo perché coinvolto un uomo che, nel bene e nel male, da sempre calamita la nostra attenzione. Questo è il principale difetto del film: se il “lui” non fosse Mussolini ma una qualsiasi Giovanni Brambilla, lo spettacolo a cui assistiamo sarebbe di una noia mortale, senza mordente e senza pathos.
Si aggiunga che la sezione che ci illustra il socialista Mussolini antimonarchico e anticlericale è troppo lunga e insistita (per un’ora sembra la cosa più importante del film) e che le ripetute iniziali scene di sesso risultano (appunto perché ripetitive) fastidiose.

I protagonisti, in genere, sono stati molto elogiati. A mio parere Giovanna Mezzogiorno (colpa sua o del regista) non è all’altezza del ruolo e non trasmette molto allo spettatore. Nella prima parte le sue espressioni richiamano tanto un’“Alice nel paese delle meraviglie”, nella seconda un surrogato di Francesca Bertini. Filippo Timi è perfetto nel fare la solita macchietta del Duce, ma è la “solita macchietta”… (quando smetterà il cinema italiano di presentare un uomo in cui milioni di persone hanno creduto per quasi due decenni come un pagliaccio ridicolo? Non si fa seria analisi storica in questo modo, non si cercano le motivazioni di tanto fascino e di tanta presa su un’intera popolazione: se si vuole veramente che il Fascismo non ritorni, bisogna smetterla di ridicolizzarlo semplicemente… Ciò che mi fa ridere come posso ritenerlo pericoloso?).

p.s.

Assurdo lo sfogo dell’amministratore delegato di Cinecittà Luce, Luciano Sovena che, dalle colonne di Cinecittà News, ha dichiarato “Qui a Cannes tutta la stampa francese sostiene a spada tratta Il profeta nonostante si dica che è troppo lungo, la stampa italiana invece fa il contrario nei confronti di Vincere impegnata a trovare che cosa ci sia di negativo nel film che ci rappresenta in Concorso al Festival…”. Cosa si pretende, la difesa ad oltranza per amor di patria?

SCHEDA

vincere-locandinaTitolo Originale: Vincere
Regia: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Daniela Ceselli, Marco Bellocchio
Cast: Giovanna Mezzogiorno, Filippo Timi, Fausto Russo Alesi, Pier Giorgio Bellocchio, Michela Cescon, Corrado Invernizzi, Paolo Pierobon, Bruno Cariello, Francesca Picozza, Simona Nobili, Vanessa Scalera, Giovanna Mori, Patrizia Bettini, Silvia Ferretti, Corinne Castelli, Fabrizio Costella
Produzione: Offside, Rai Cinema, Celluloid Dreams
Distribuzione: 01 Distribution
Paese: Francia, Italia (2008)
Genere: Drammatico, Storico
Durata: 128’ circa
Tipologia: Lungometraggio
Uscita Italia: 20 Maggio 2009

Trama:
Nella vita di Mussolini c’è uno scandalo segreto: una moglie e un figlio – concepito, riconosciuto e poi negato…

Note:
Leggiamo su Filmout.it: “Benito Mussolini fu davvero bigamo? Il Times di Londra l’ha scritto; l’accreditato storico biografo del duce, Denis Mack Smith, lo ha ritenuto «altamente probabile».
Ma al di là della bigamia o meno, sulla vicenda di Ida Dalser e di suo figlio, si è scritto e detto molto poco, sia dagli storici, nazionali e non, sia dalla stampa. Il merito di aver riportato alle cronache la sua vicenda è di due autori Fabrizio Laurenti e Gianfranco Norelli che hanno realizzato il documentario Il Segreto di Mussolini… trasmesso su Rai Tre il 14 gennaio 2005. Marco Bellocchio ha conosciuto la Dalser proprio grazie a questo documentario”.

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