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Lo strano caso del film Shooting Silvio

Shooting SilvioShooting Silvio è un film italiano del 2006, scritto e diretto da Berardo Carboni. La Trama? Si va narrando del ragazzo Kurtz, giovane facoltoso che non ha molto interesse per la vita. Scrive un libro che vende poche copie e decide di invitare gli amici ad una propria festa, dove oguno di loro dovrà indicare un motivo e un metodo per uccidere il Presidente del Consiglio in Italia e farne poi un libro intitolato “Shooting Silvio”. Gli amici però non lo aiutano per il libro, Kurtz si sente incompreso e si dedicherà alla creazione di un piano per eliminare veramente Silvio Berlusconi.

Ebbene, letta la trama il film potrebbe essere ancora qualsiasi cosa: una parodia, un dramma, una commedia, un film politico. In verità è un film piuttosto vuoto e non del tutto riuscito che ha però molto citazionismo e forse anche passione e alcune scene ben riuscite ma, a causa del suo finale [SPOILER!] in cui si lascia intendere che il ragazzo Kurtz (sicuramente un rimando e/o tentativo di omaggio ad Apocalypse Now. L’intero personaggio ha diversi rimandi a quello di Marlon Brando) spara al Presidente del Consiglio Silvio Berlusoni[FINE SPOILER], è stato messo al bando e non è uscito nelle sale cinematografiche (investiamo nella cultura?) se non forse a scaglioni e per brevissimo periodo. Inoltre è stato messo in programmazione sul satellite e poi tolto in tempi record. Un film che, nel silenzio della stampa, è stato OCCULTATO perchè “istiga alla violenza”, anzi peggio ancora: perchè alcuni politici hanno detto che istiga alla violenza. Una vecchia solfa che abbiamo già sentito diverse volte, e quasi sempre si è rivelata solo una sciocca scusa.

In questo caso, si può quasi comprendere invece la motivazione. Tenendo conto che non è un film di alta qualità e che, a conti fatti, ruota molto intorno al tentativo di omicidio del Premier (aspetto principale portato avanti assieme ai disturbi e incertezze del protagonista) si può anche dire che, forse, fa pensare alla morte di Silvio Berlusconi e ad un primo esame superficiale può risultare un film azzardato e fine a sè stesso… Ma nulla più, e non è nemmeno del tutto vero. Anche se lo fosse, inoltre, non dovrebbe essere censurato. Che istighi alla violenza, invece, è del tutto impensabile. Che istighi alla violenza verso una specifica persona istituzionale come Berlusconi mi pare esagerato, ogni cittadino dovrebbe poter guardare questo film senza essere istigato alla violenza o senza che venga censurato adducendo questa scusa.

Questo perchè un film del genere potrebbe davvero istigare alla violenza (“istigazione alla violenza”, il motivo per cui è stato tolto alle masse) solo in contesti allucinanti del paese, per esempio. Potrebbe farlo in un momento difficile, durante una crisi drastica, in un paese con un dittatore tiranno ormai poco amato, in un paese incivile e poco sviluppato e con la popolazione esasperata dove, fungendo da molla, va a liberare istinti dal vaso popolare che trabocca, però già pieno di altre gocce (una cosa simile a ciò che successe con Mussolini una volta catturato). Insomma se istiga davvero alla violenza, come la si mette la si mette, qualcosa non quadra. Siamo inoltre abbastanza “cresciuti”, come popolo, da non recarci in massa ad uccidere una persona perchè vediamo farlo in un FILM. Al limite, un film, i suoi contenuti, potrebbe far perdere consenso per un politico corrotto, ma non la vita.

Shooting Silvio - LocandinaNella nostra Italia invece, un film così non si capisce bene perchè venga boicottato. Addirittura tutto il senso dell’umorismo ( oserei dire, sopraffino) di Silvio Berlusconi sparisce e, Silvio, non tenta di utilizzare questo film a proprio favore pavoneggiandosi nel ruolo del Babbo Natale delle libertà e tentando di aumentare il proprio consenso popolare. Cosa che poteva fare, visto il risultato non del tutto riuscito del film, leggermente vuoto e che non attacca troppo il Premier se non, nella finzione filmica, con le armi da fuoco ma non attraverso fatti scomodi e riflessioni più tangibili.

Detto ciò, un’altra cosa che lascia un poco schifati, è il meccanismo spietato che ha iniziato a far cigolare i propri ingranaggi bisunti per troncare Shooting Silvio dal mondo mediatico in genere. Censurato e isolato: gettato nell’ignoto a luci spente, nonostante la partecipazione anche di Alessandro Haber (in un ruolo però che non gli rende proprio giustizia).  Ora il film, infatti, si trova solamente tramite copie pirata online, dopo essere stato trasmesso per un breve periodo su Sky senza passare dalle sale cinematografiche (poi rimosso e anche se veniva segnalato in programmazione da Sky, venivano invece trasmessi altri film). Sconcertante poi che questo film sia stato rimosso da Sky per alcune proteste del centro-destra, in particolare dalla deputata del PDL Beatrice Lorenzin che disse: “Un inno alla violenza e un incitamento implicito ad azioni efferate contro l’uomo e contro il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi”. Abbiamo già spiegato come l’inno alla violenza sia da escludere. Inoltre mi pare strano il fatto che i politici esprimano la loro contrarietà, soprattutto la misconosciuta Lorenzin, in qualche intervista e nei loro spazi mediatici e questo porti Sky a fargli un piacere rimuovendo un film dalla programmazione. Sky ha utilizzato la scusa dei pochi ascolti della prima messa in onda del film (forse potrebbe essere anche questa una CONcausa, dato l’occultamento preventivo e la non uscita al cinema del film, oppure è stato solamene per quello, in coincidenza con le proteste).

Chi vi parla, ha visto quel film proprio su Sky, pur non considerando Silvio Berlusconi un uomo degno di rispetto politico e valutando in negativo il suo operato e il solo fatto che ricopra quella carica, ho archiviato la pellicola come “niente di speciale”. Rimane, al limite, una valvola di sfogo per il popolo (ma davvero virtuale) grazie al finale che, come detto, [SPOILER] lascia intendere l’uccisione di Silvio Berlusconi (per altro non mostrata esplicitamente ma suggerita dal rumore di un colpo di pistola)[FINE SPOILER]. Ma è giustissimo che ci sia e non istiga alla violenza, la vera istigazione alla violenza e all’insanità è il non far coesistere sacro e profano, il sacro senza profano non esiste, altrimenti è un paese malato (per parafrasare Daniele Luttazzi).

Nel film appare anche Marco Travaglio, giornalista italiano che ormai ben conosciamo, che afferma che uccidere Berlusconi non è la giusta cura al Berlusconismo. Se anche l’acerrimo nemico Travaglio è contrario, il film non può poi essere così crudele.

Inoltre, per continuare sull’oscuramento mediatico, pare che il trailer di Shooting Silvio, ritracciabile su YouTube, venga automaticamente censurato se inserito su FaceBook. Abbiamo letto queste lamentele da alcuni utenti della rete e abbiamo verificato. Non diamo la certezza ma per ora il video è condiviso, tramite le funzioni “condividi” dello stesso YouTube, sul nostro account facebook e ancora visibile. Dunque smentiamo questa censura, almeno attualmente e con questo metodo. In ogni caso, la sensazione di un polpo armato di una mannaia per ogni tentacolo persiste, e questo polpo è fra noi! Come una qualsiasi cosa “scomoda” possa sparire da diversi canali mediatici di vario genere, natura e tipo è impressionante e inquietante.

Per concludere, guardatevi in qualche modo questo Shooting Silvio ( forse vi sarà un giorno un’uscita in DVD) solo per curiosità e per far valere il diritto di vederlo, per i più accaniti, insomma solo per guardare un film, come al solito.

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3 commenti a Lo strano caso del film Shooting Silvio

  • M.
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    Grazie ma devo ricordarmi di rivedere maggiormente le bozze prima di pubblicarle. Dopo questo mea culpa per la grammatica (si, lo so: dovrebbe essere impeccabile… Dato che NON sono giornalista)vi invito ancora a guardarvi il film, se ci riuscite.

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    Bello lo speciale sul babbo natale della Libertá :D

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    La “visibilità” di un film dovrebbe dipendere unicamente dalla critica cinematografica e dal pubblico, non certo dalle Istituzioni e dai potenti di turno…
    Ogni forma di censura è sbagliata, senza se e senza ma.

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