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Recensione: Crossing Over (2008) di Wayne Kramer

Crossing OverRECENSIONE: Crossing Over (2008) di Wayne Kramer.
“Un film in grado di arrivare a un vasto pubblico con un messaggio su cui riflettere. Peccato che sia relegato a fine giugno con un’uscita in sordina”: come non essere d’accordo con tale lamentela sui misteri della distribuzione in Italia?


Le perplessità sulla distribuzione espresse da Giancarlo Zappoli riguardano anche gli USA: è vero che Crossing Over è una produzione indipendente ma visto l’argomento che tratta e la presenza di un cast prestigioso, che senso ha averlo fatto uscire anche lì quasi di nascosto e in pochissime sale? Qualcuno ha parlato di una sorta di censura politica…

La critica comunque non è stata  tenera con questo film presentato in anteprima al Taormina Film Festival 2009:
Repubblica (26 Giugno 2009): “Crossing Over risulta sinceramente un po’ goffo”. Nonsolocinema.it: “Le vicende personali dei protagonisti… non scalfiscono i sentimenti dello spettatore”. Max rcs: “…dannatamente prevedibile”.

Sulla carta un film molto interessante e attualissimo: il complesso e sempre maggiormente discusso tema dell’immigrazione oggi più che mai divide le coscienze. Crossing Over ha l’indubbio merito di evidenziare come spesso il ricco mondo occidentale chieda un prezzo troppo alto in cambio di speranze e illusioni (e dà da pensare che questo accada soprattutto negli Stati Uniti, paese costruito proprio da immigrati).

Purtroppo Wayne Kramer, regista e sceneggiatore sudafricano che trae spunto da un omonimo cortometraggio da lui realizzato nel 1998, conduce il mosaico narrativo imperniato su un’umanità disperata (in cui solo il più furbo si salva) in modo eccessivamente piatto, senza ritmo e mordente, con qualche scivolone di troppo nel patetico, nel didascalico, nello stereotipo: lo spettatore rimane così poco coinvolto, il che è una grave pecca per un film il cui lodevole messaggio è particolarmente importante di questi tempi (sembra strano che sia lo stesso regista dell‘adrenalitico Running, dalla critica unanimamente definito “un action-thriller da cardiopalma”).

Plauso quindi al tema centrale (assurdo temere chi è diverso da noi) e alla critica a una certa società americana, ma non al film nel suo complesso che appare non riuscito, frammentario e tutt’altro che avvincente.

Harrison Ford naturalmente è una garanzia. La sua perfetta interpretazione spicca nella generale mediocrità.

Consulta tutte le informazioni sul film nella nostra SCHEDA

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