Videocracy, primo trailer italiano

Pubblichiamo il primo trailer del film Videocracy, in arrivo al 66esimo Festival di Venezia (e anche al Toronto Film Festival). Videocracy è un documentario diretto da Erik Gandini dedicato al triste scenario mediatico e politico in Italia. Finalmente arriva qualcosa di simile ma… Il trailer è stato censurato e non mandato in onda dalla RAI, televisione di stato…

Sconcerta la censura svergognata messa in pratica dalla televisione di stato, di nuovo, adducendo motivazioni ridicole e davvero preoccupanti come: “”inequivocabile messaggio politico di critica al governo”. Ovviamente è un film e non un messaggio politico, un documentario che porta all’attenzione dati oggettivi. In ogni caso, se non è possibile criticare il governo significa che si tratta di dittatura. Siamo in una dittatura, da un pò ma ora pare che siano usciti allo scoperto…

Nel web si sono moltiplicate le pubblicazioni del trailer di Videocracy, anche a causa di questa censura che forse avrà un effetto opposto e spero almeno che questo atteggiamento dei media faccia pensare. Certo, sarebbe meglio che la televisione non censurasse, dato che l’80% degli italiani si informa con la televisione. Cosa significa? Che l’80% degli italiani non sa quello che succede. Questo episodio ci fa anche notare come sia importante internet e le sue attuali regolamentazioni. CineOcchio si accoda alla pubblicazione del trailer, per fare informazione cinematografica un pò meglio della televisione nazionale. Sono soddisfazioni, o no?

Possiamo goderci liberamente il promettente trailer del film-documentario Videocracy proprio qua sotto:

Fonte: CineOcchio, YouTube/Fandango

Il film è di produzione svedese, diretto da Erik Gandini. Regista che vive in svezia ma che è nato e cresciuto in Italia (strano che se ne siano andato eh?). La data di uscita del film nei cinema è prevista per il 04 Settembre 2009.

“Erik Gandini vive in Svezia ma è nato e cresciuto in Italia. Con Videocracy, torna nel suo paese d’origine, per raccontare dall’interno le conseguenze di un esperimento televisivo che gli italiani subiscono da trenta anni. E riesce a ottenere l’accesso esclusivo alle sfere più potenti, rivelando una storia significativa, derivata dalla spaventosa realtà della televisione italiana” (cinemaitaliano.info).