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Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato

Cannibal Holocaust (1980)RECENSIONE: Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato. Un antropologo, aiutato da una guida, si reca nella giungla amazzonica alla ricerca di quattro documentaristi scomparsi…troverà solo le bobine con le riprese da loro fatte prima di morire.

I personaggi, e intorno ad essi il verde… un’ immensa distesa di natura selvaggia che racchiude ancora la prima essenza della vita, quella della sopravvivenza senza leggi stabilite da esseri umani ma solo dalla natura e da quel briciolo di sentimento che è innato nell’uomo e che non è solo frutto di un condizionamento morale ad opera della società civilizzata. Trovandosi in un luogo lontano dalla falsa moralità del mondo occidentale, l’uomo si trova a fare i conti con la sua natura assopita da tempo: quella selvaggia, perché non ci dimentichiamo che l’uomo non è altro che un animale…possiamo dire che è il più evoluto di essi, ma pur sempre un animale. Arriviamo così a vedere immagini raccapriccianti di uomini civilizzati che fanno violenza, la stessa violenza (se non peggiore) che è opera dei primitivi filmati, ma con una differenza: questi ultimi non sono sadici, non uccidono per il puro gusto di farlo, ma perché è la natura che impone loro di farlo per sopravvivere e perché le loro usanze richiedono punizioni corporali. Essi non conoscono la civiltà, invece i quattro reporter si, ma questi non esitano comunque a distruggere la dignità umana…hanno scoperto la realtà dell’uomo, la vera natura umana. Il sensazionalismo è la base di questo film…la frase “continua a girare” che viene spesso ripetuta durante il film è il simbolo di questa voglia sfrenata di creare qualcosa di shockante, forse per rompere la monotonia di una vita normale…lo stesso Deodato sa di incappare in questo errore…perché questo è un film che vuole shockare e ci riesce dato che mette l’uomo a nudo, lo priva di tutte le corazze morali che si è creato nei millenni passati e lo rappresenta come è veramente: un animale. Un film sensazionalista che è una critica al sensazionalismo. Dal punto di vista tecnico siamo a livelli eccellenti, la regia è favolosa, così come la sceneggiatura e le interpretazioni del cast. Ma ciò che dona grande potenza alle immagini di quest’opera è soprattutto la colonna sonora di Riz Ortolani che è fra le migliori mai realizzate! Un’ opera importante, indimenticabile, terrorizzante e affascinante.

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