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Recensione: Sunshine Cleaning (2008) di Christine Jeffs

RECENSIONE. Sunshine Cleaning (2008) di Christine Jeffs. Alla regia di questo film delizioso c’è Christine Jeffs, che nel 2003 ha diretto Sylvia, il racconto biografico della poetessa americana, Sylvia Plat e il marito Ted Hughes. Sunshine Cleaning è l’esempio di come una sceneggiatura forte sia potenziata maggiormente da interpreti eccellenti.

“L’idea per Sunshine Cleaning mi è venuta da una storia che ho sentito su NPR (National Public Radio): ascolto sempre NPR. Quel giorno parlavano proprio della pulizia delle scene dei crimini”, racconta la sceneggiatrice Megan Holly. “Ho pensato che avrei potuto farne una nuova storia e ho iniziato a buttar giù la sceneggiatura, scrivevo per un paio d’ore al giorno tutti i giorni prima di andare a lavoro. Ci ho messo un po’ a finirlo. Poi l’ho presentato al concorso locale per sceneggiatori. Per caso Glenn Williamson, uno dei produttori faceva parte della giuria. Ho vinto il concorso, una cosa fantastica. E, cosa ancora migliore, ho conosciuto Glenn che mi ha detto di aver trovato la sceneggiatura meravigliosa e di volerla produrre”.

La bravissima e dolcissima Amy Adams interpreta Rose, che al liceo faceva la cheerleader, e ora a trent’anni, fa la domestica, per sbarcare il lunario e pagare gli studi all’eccentrico figlio di otto anni, Oscar. Rose ha una relazione con l’ex fidanzato del liceo che ora è un uomo sposato, Mac (Steve Zahn).

La sorella più piccola di Rose, Norah, è interpretata dalla meravigliosa Emily Blunt, la cui espressività apporta un qualcosa che diventa efficace e necessario al film. Norah è inesorabilmente bloccata in una routine senza via d’uscita. Vive ancora a casa con il padre e ha appena perso l’ennesimo lavoro nel ristorante di zona. Il padre Joe (Alan Arkin) è preso dall’ultimo dei suoi tanti progetti per fare soldi facili: vendere popcorn multi gusto dal bagagliaio dell’auto.

Rose scopre, per caso, che esiste un modo di fare pulizie con maggior introiti: ripulire le scene dei crimini” può diventare un vero e proprio business! Così, con l’aiuto di Norah, si mette in proprio con la Sunshine Cleaning!

La bellezza di quest’opera è, si vuole ripeterlo, nella sceneggiatura e nell’interpretazione. La scrittura sa essere trascinante, emotiva e senza sbilanciamenti, brillante nel suo comporsi su toni coerenti di ilarità e tenerezza, travagli e delusioni, passato e presente. L’essenzialità di questa trama è trasmessa dalla Adams e dalla Blunt, che hanno saputo interagire con i loro personaggi, grammaticalmente ben costruiti, conferendo quel realismo naturale e spontaneo, ideale per questo tipo di commedie.

Sunshine Cleaning potrà non essere innovativa come trama, ci sono stati già due film, con soggetto il “dopo csi”: The Cleaner, film del 2008 con Samuel L Jackson, che interpreta un ex poliziotto che avvia una ditta di pulizie specializzata per bonificare la zona dopo il dramma; ma ancora prima, nel 1996, Curdled, una commedia pulp, prodotta da Tarantino, vede la protagonista farsi assumere da una ditta di pulizie, specializzate nel ripulire la scena della crimine, per indagare su un serial killer.

Ma se proprio la sceneggiatura non è originale, la storia in sé è creativa, non racconta solo di detersivi e scene del crimine; approfondisce con credibilità le personalità di questa famiglia, che si riscopre e impara a conoscersi. La delicatezza di Sunshine Cleaning è nel sapere dipingere la trama con toni di profondità. In termini di stile, l’analisi attenta del carattere e delle interazioni tra i personaggi si traduce in un’influenza positiva su tutta l’opera.

Consulta tutte le informazioni sul film nella nostra SCHEDA

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