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Recensione: I Gatti Persiani (2009) di Bahman Ghobadi

RECENSIONE: I Gatti Persiani (2009) di Bahman Ghobadi. Usciti da poco di prigione, due giovani musicisti del genere indi-rock, decidono di formare una band. Setacciano il mondo underground della Teheran di oggi in cerca di altri musicisti. Siccome suonare in Iran è vietato, progettano di fuggire dalla loro esistenza clandestina e sognano di esibirsi in Europa.

Il primo passo è cercare di procurarsi dei passaporti e nel frattempo trovare, forse più difficile, un luogo dove fare le prove.

“In Iran non possiamo portare fuori cani o gatti. Tuttavia a casa abbiamo dei gatti che amiamo moltissimo, d’altra parte i gatti persiani sono molto costosi. Li paragono ai giovani protagonisti del mio film, senza libertà e costretti a nascondersi per suonare la loro musica. E in più quando sono stato a casa dei musicisti ho notato che ai gatti piace mettersi davanti agli amplificatori ad ascoltare la musica!”

Con queste parole, Bahman Ghodabi, regista curdo-iraniano, arrestato e fermato più volte nel suo paese, parla del film, I Gatti Persiani, presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes e vincitore del Premio Speciale della Giuria.

Questo film è stato girato clandestinamente in due settimane: “Ho comprato una camera S12K per evitare di dover dipendere dallo Stato, visto che tutte le attrezzature 35 mm appartengono a loro e per affittarle hai bisogno di un’autorizzazione a girare. Appena ho comprato questa camera ho voluto provarla. Ho conosciuto un gruppo di musicisti underground e sono stato molto colpito dalla loro passione. Li ho filmati per tre settimane, senza interruzioni e senza permessi”.

La preoccupazione durante le riprese era ai massimi livelli. Il regista, con la sua troupe, ha dovuto scegliere le location e girare in fretta, per timore che la polizia li scoprisse. La musica è ritenuta una nemica sovversiva del governo iraniano, perché contro la religione, si sostiene. Dopo la rivoluzione islamica del 1979, in quella che la Persia, bar e discoteche vennero chiusi.

I Gatti Persiani è un film dinamico nella sua tragicità e profondo nella sua libertà; è una storia struggente che appartiene  al patrimonio dell’umanità. È uno dei film più belli che si siano visti in questo 2010, fino ad ora. È un musical che urla libertà e speranza. Quella stessa libertà e speranza che sono soffocati da un regime che si serve come scudo della religione.

Si descrive una gabbia dove, in ogni spazio, in ogni angolatura di Teheran, la fisicità delle inquadrature spazia sull’essenza dell’emotività, esentandone i sentimentalismi. Ghodabi  mostra Teheran nella sua sfaccettatura più moderna, dove vivono fisicamente i giovani, la cui anima è clandestina; sono giovani sensibili che non si arrendono; giovani reclusi, ma non nascosti, che temono e tremano davanti al potere, ma non si arrendono!

Circa un mese dopo la presentazione de I Gatti Persiani a Cannes, in Iran scoppia la protesta, che verrà disumanamente placata. È il 12 giugno 2009. Quando durante questo film, si sentono i versi di una canzone, che recita:

“Dio, alzati sono anni che ti devo parlare… Tutti coinvolti e nessuno assolto, Dio svegliati che ti devo parlare…Dio svegliati, sono solo all’inizio. Dio svegliati, un rifiuto ti vuole parlare”, si pensa subito a quei giovani e alla loro anima; e li si immagina tirare fuori gli artigli, spezzare la clandestinità violenta e balzare in piazza a contestare i soprusi.

Askan e Negar sono i due protagonisti, sono due dei gatti persiani che sognano l’attesa, che sognano l’Europa, trasferiscono i loro sogni su Londra e sui concerti, sognano di portare la loro musica all’estero. Arrestati due volte, durante le riprese del film, hanno raccontato con sentimenti pudichi, ma vigorosi, la Teheran underground, quella di retrobottega, cantine, soffitte e perfino stalle.

Bahman Ghodabi ha realizzato, con uno sguardo carico di passione, un’opera on the road, coraggiosa, quasi documentaristica, ispirata anche dalla sua compagna, giornalista irano-americana Roxana Saberi, imprigionata nel 2009 con l’accusa di essere una spia americana (liberata due giorni prima della proiezione a Cannes, dopo proteste internazionali).

I Gatti Persiani è un film, un musical furtivo, dove la musica grida; è un film che lascia che siano le inquadrature a tratti lente e a tratti veloci a dare il senso di vita e di morte. Sono le sirene della polizia e le percussioni e le chitarre acustiche a scandire la vita di Askan e Negar, e di altre migliaia di giovani.

Consulta tutte le informazioni sul film nella nostra SCHEDA

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