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Recensione: Viaggio in Paradiso (2012) di Adrian Grunberg

RECENSIONE: Viaggio in Paradiso (Get the Gringo, 2012) di Adrian Grunberg. Mel Gibson riesce sempre a dar vita a personaggi di grande impatto nei suoi film. In questo nuovo film, Viaggio in Paradiso, dove figura anche tra gli sceneggiatori, non fa altro che confermare le sue ottime doti d’attore. Mel Gibson torna a giocarsi la carta dell’anti-eroe, ed interpreta il ruolo di Gringo.

In fuga dopo una rapina in banca, fugge in Messico tampinato dalla polizia. Arrestato, finisce in un carcere di massima sicurezza chiamato “El Pueblito”. Sempre in bilico tra action, pulp e commedia dark, Viaggio in Paradiso, racconta la carriera di un rapinatore senza nome, che finisce in una squallida prigione messicana, dove a condurre i giochi è il boss malavitoso Javi. Prima ancora di studiare una valida strategia d’uscita, il Gringo americano impara a restare a galla con l’aiuto di un ragazzino, duro e sveglio quanto lui, che però nasconde un terribile segreto.

Scheda del Film

L’attore si cuce addosso un ruolo che è più una summa dei suoi caratteri più amati dal pubblico. Il suo Gringo infatti possiede la violenza del Porter di Payback, il carisma di Mad Max e la follia del Martin Riggs di Arma Letale. Viaggio in Paradiso è film che vede impegnato l’attore su più fronti: voce fuori campo, corpo e volto nelle sequenze d’azione. Una pellicola che sicuramente intrattiene e regala una vicenda “fresca” e decisamente politicamente scorretta, sul complicato universo carcerario.

Il film però affascina, intrattiene ma non arriva direttamente al cuore dello spettatore. L’universo carcerario prende troppo piede nella vicenda, dando poco spazio ai personaggi che diventano quasi monotematici ed inespressivi. Non sarà quindi la produzione “gibsiana” più bella degli ultimi anni, però Viaggio in Paradiso, va visto comunque ed analizzato con occhi meno critici e con uno sguardo più disinteressato. La pellicola infatti, ripaga lo spettatore di alcuni momenti “morti” con un climax finale del tutto inaspettato, un rovescio della medaglia che cambia le sorti del film.

Consiglio quindi la visione di questo lungometraggio? Si. Con occhi di uno spettatore meno critico e più disinteressato, il film Viaggio in Paradiso sarà sicuramente una pellicola discreta; per quelli invece che amano Mel Gibson in tutte le salse, sarà un film imperdibile. Per chi invece, come me, si è trovato quasi per caso al cinema a vedere questo lungometraggio, non ne uscirà deluso. Per una volta i soldi del biglietto per certi film molto pubblicizzati, sono stati ben spesi.

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