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Mario il Mago (2008) di Tamás Almási

Regia: Tamás Almási
Sceneggiatura: Tamás Almási
Cast: Júlia Nyakó, Attila Egyed, Franco Nero, Vittorio Marsiglia, Antonio Grosso, József Gyabronka, Ági Szirtes, Zsolt Trill, Vilmos Vajdai, Tibor Gáspár
Paese: Ungheria, Italia (2008)
Uscita Italiana: 28 Novembre 2008. Uscita Ungheria: Gennaio 2008 (Hungarian Film Festival)

Trama: All’alba del crollo del regime comunista, la noiosa e lenta quotidianità di un piccolo villaggio ungherese viene ravvivata dall’arrivo di un imprenditore italiano…

Recensione
Mario il Mago (2008) di Tamás Almási:
(titolo originale:
Márió, a varázsló)

Alla critica il film, che segna il ritorno di Franco Nero sui nostri schermi, non è affatto piaciuto:
FilmUp: “
…quella di Almàsi è una messa in scena blanda e anonima, con una recitazione tra l’approssimativo e la macchietta”.
35mm:
“…lascia lo spettatore un po’ incredulo e incapace di provare vera compassione”.
Il Sole 24 Ore:
“Dal pretenzioso al ridicolo il passo è breve, i toni sono esagitati, gli attori patetici… e i dialoghi fredderebbero anche i più vaccinati spettatori di fiction nostrana”.

“Mario il Mago” (il titolo è tratto da un racconto di Thomas Mann in polemica col fascismo, polemica trasferita qui contro il capitalismo) è diretto e sceneggiato da Tamás Almási, finora noto come documentarista (tempo fa vinse il Premio Pulitzer per i suoi lavori sulle condizioni di vita delle donne in Ungheria).
E sono le donne a primeggiare in questa commedia agrodolce (i fatti narrati sono realmente accaduti) che inizialmente sembra centrare la sua attenzione su un popolo in cerca di identità quando, dopo la caduta del muro di Berlino, democrazia e capitalismo si affacciano all’Est. In effetti abbiamo una storia al femminile dal finale tragico che vede la protagonista in preda a una ossessione amorosa che la porterà alla pazzia: dramma di una donna ridotta alla follia dai suoi sogni scambiati per realtà.
Júlia Nyakó, poco convincente Franco Nero (qui in veste anche di produttore), sopra le righe Vittorio Marsiglia.

Un film indipendente, dal basso costo (e si vede… ma questo di per sé non è un male) che soffre per una sceneggiatura che non cura nel dovuto tutti i personaggi e risulta eccessivamente sbrigativa in risvolti che sono invece importanti nello svolgersi della narrazione. Il ritmo lento, i tempi morti, le inquadrature per lo più statiche, il contenuto troppo scopertamente didascalico, il bozzettismo affiorante qua e là… non migliorano la situazione: solo le ultime scene coinvolgono e catturano l’attenzione dello spettatore.
Purtroppo il film (assurdamente!) è doppiato, il che non rende le difficoltà e le incomprensioni del rapporto tra i due protagonisti, Veronica ungherese Mario italiano (difficoltà e incomprensioni su cui tutta la storia è imperniata).

Brava

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