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Concluso il Festival di Roma

A Festival concluso, ecco un piccolo panorama di quanto gli addetti ai lavori hanno scritto il giorno dopo…

MyMovies: ‘Resolution 819’ vince la terza edizione di Roma…
Ha un finale drammatico ma rasserenante questo Festival di Roma. Una contraddizione solo apparente, che riesce a mettere un segno positivo ad una terza edizione nata sotto il segno della polemica fin dalle sue prime battute. ‘Resolution 819’ di Giacomo Battiato è riuscito nell’ardua impresa di mettere tutti d’accordo: è un film impegnato, dal nucleo umanitario ed attuale, dal respiro internazionale, ma è soprattutto un film di produzione italiana. Raccontare il massacro dei civili bosniaci di Srebrenica del 1995 attraverso la forma narrativa del thriller politico è stata con molta probabilità lo scarto qualitativo che ha convinto compattamente il pubblico del festival, chiamato in massa a dare un giudizio ai vari film presenti in concorso grazie ad un sistema di lettura ottica posto all’uscita di tutte le sale.

La Repubblica: Lollobrigida, la star… Premio “Marc’Aurelio” alla carriera per l’attrice, che firma anche il documentario “Un mito italiano. Una leggenda nel mondo”. «Se trovassi un regista intelligente, ricomincerei…».

Il Corriere della Sera: «Una parte del premio andrà ai profughi bosniaci e un’altra al mio prossimo film, resterà nel cinema» ha detto Battiato, dopo aver ricevuto dal sindaco Gianni Alemanno il Marco Aurelio d’oro. Tra i momenti più belli della cerimonia di chiusura, l’emozione di Gina Lollobrigida, quasi alle lacrime, che ha ritirato il premio alla Carriera da Gianni Letta davanti a un pubblico che le ha tributato una standing ovation. «Ho ricevuto premi in tutte le parti del mondo – ha detto l’attrice -. Ma qui a Roma, a casa, è tutta un’altra cosa. Non sono mai stata emozionata come questa sera». Donatella Finocchiaro ha dedicato il suo premio alla mamma, «il mio angelo», e aggiunge: «È un premio che condivido con tutti quelli del cast e della troupe, dal truccatore fino a chi portava il caffè. Sarà per la magia che abbiamo respirato in quella terra del Salento dove abbiamo girato, ma sentivamo che sarebbe stato un bel film». In conferenza stampa Battiato si dice meravigliato del premio, perché consapevole «di aver fatto un film che è un pugno nello stomaco e questo fa sperare bene anche per il pubblico».

La Stampa: I più cattivi hanno la soluzione in tasca, cancellare la parola «internazionale» dal titolo della rassegna e andare avanti così. Senza quel termine l’ex-Festa veltroniana diventerebbe un più modesto «Festival del Film di Roma» e allora il fuoco di fila delle polemiche si acquieterebbe. Non ci sarebbe più bisogno delle agognatissime star hollywoodiane, non si dovrebbero ingaggiare lotte all’ultimo sangue con i produttori del mondo per cercare di soffiare titoli alla Mostra di Venezia e ad altri appuntamenti concorrenti, si vivrebbe in pace con i divi nostrani, magari si riuscirebbe perfino a stabilire il gemellaggio con i David di Donatello di cui il sindaco Alemanno aveva parlato nei primi giorni del suo mandato.

L’Unità: Donatella Finocchiaro, boss della Sacra corona unita salentina è la regina di Roma, del Festival arrivato alla terza edizione rinnovato nella dirigenza, col presidente Gian Luigi Rondi, e nella gerenza politica, con il sindaco Gianni Alemanno che ha chiesto maggiore spazio ai film italiani. E sono due i titoli di casa ad entrare nel palmares.
Vincenzo Mollica ha presentato la serata all’Auditorium di Renzo Piano. La scelta dei tre premi principali è toccata ad una giuria di cinque esperti composta da Edoardo Bruno, Emanuel Levy, Michel Ciment, Tahar Ben Jelloun, Roman Gutek…
È polacco e molto esuberante (con vaga somiglianza con De Niro)
Bohdan Stupka, miglior attore per la sua scoppiettante interpretazione di un oligarca che scopre di essere malato di cuore. È il protagonista di ‘Il cuore in mano’ di Krzysztof Zanussi, cineasta di esperienza che ha spesso lavorato anche in Italia. Felicissimo di stare a Roma, «non me ne andrei mai. Ringrazio mamma e papà perchè hanno fatto un figlio come me».

Il Messaggero: Si è chiusa così ieri la terza edizione del Festival di Roma, la prima dell’era Alemanno che ha ribadito la convinzione di «andare avanti con questo Festival che può diventare il più grande evento italiano di cinema. Ringrazio Rondi, è stato fantastico. Vorrei avere la sua forza straordinaria e le sue capacità. Ci ha portati a risultati con tutti più – continua il sindaco di Roma – più presenze, incassi e pubblico». Non è mancata una risposta un po’ polemica all’indirizzo del presidente della Provincia, Nicola Zingaretti: «Io ho sempre fatto un passo indietro – ha detto Alemanno – per questo non ho mai sfilato sul red carpet, per non invadere il campo».
La prima edizione della presidenza
Rondi, che stando ai numeri, è quella che ha ottenuto le percentuali di maggiore successo rispetto alle due precedenti annate: 7,8% in più di accreditati, 4,5% in più di biglietti emessi (115 mila) per un incasso pari a 398 mila euro, 14,5 per cento in più dell’edizione 2007. Come dire che Gian Luigi Rondi ha giustamente già messo in moto idee e proposte per la prossima stagione, ad iniziare «dalla possibilità di collaborare maggiormente – dice il presidente – con i selezionatori, cosa che quest’anno non è avvenuta ma per mia scelta. Spero in un dialogo, in uno scambio di opinioni che non vuol dire dunque per forza avere un ruolo decisionale».




Marc’Aurelio d’oro assegnato dal pubblico al miglior film:
RESOLUTION 819 di Giacomo Battiato

I premi assegnati dalla Giuria dei critici:

Premio Marc’Aurelio d’Oro al miglior film
OPIUM WAR di Siddiq Barmak

Marc’Aurelio d’Argento miglior protagonista maschile
BOHDAN STUPKA per Serce na dloni (Il cuore in mano) di Krzysztof Zanussi

Marc’Aurelio d’Argento miglior protagonista femminile
DONATELLA FINOCCHIARO per Galantuomini di Edoardo Winspeare

Menzioni speciali:
A CORTE DO NORTE (La tenuta al nord) di João Botelho
AIDE TOI, LE CIEL T’AIDERA di François Dupeyron

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