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Si parla della Warner Bros

warnerbrosDomenica 28 Dicembre, Repubblica ha dedicato alla Warner Bros un lungo articolo riproponendo le principali tappe della sua lunga storia, ottantacinque anni di produzioni leggendarie: l’occasione è stata l’uscita in America del libro “You must remember this: the Warner bros story” di Richard Schickel e George Perry.

La Warner Bros viene fondata nel 1923 dai fratelli polacchi Harry Albert, Sam e Jack (in fuga dalle persecuzioni antisemite), a Burbank, California (fu il terzo Studio dopo la Paramount e la MGM).
Nel 1927 sorprende tutti producendo il film Il cantante di jazz, con Al Jolson, che contiene una sequenza sonora; la novità tecnologica permette alla Warner di ottenere un Premio Oscar speciale per l’importante apporto allo sviluppo del cinema.

Negli anni Trenta, lo studio si specializza in tre generi cinematografici: il poliziesco (film dallo stile concitato e crudo, spesso riguardanti tematiche sociali, che vedono protagonisti divi come James Cagney, Edward G. Robinson, Humphrey Bogart…), il musical (film impreziositi soprattutto dalle coreografie di Busby Berkeley), il cartoon (realizza  la fortunata serie di cartoni animati Looney Tunes).

Negli anni Quaranta produce celeberrime opere (basti pensare a Casablanca!) e ha sotto contratto dive come Ingrid Bergman, Bette Davis, Joan Crawford, Lauren Bacall, Olivia De Havilland…

Negli anni Cinquanta ci fu una rapida espansione economica, e l’accresciuta prosperità  non fu un vantaggio per il cinema (la cui frequenza è alla portata di tutti o quasi). I salari più alti e il minor numero di ore di lavoro consentono a molte persone di dedicare il tempo libero ad attività  prima proibite. C’è poi da considerare che negli anni Cinquanta moltissimi americani si trasferirono nei sobborghi dove le sale cinematografiche erano relativamente poche (i locali erano soprattutto nel centro delle grandi città  che stavano ormai perdendo gran parte di abitanti residenti).
Nello stesso periodo l’industria cinematografica dovette affrontare un altro attacco. I grandi studios dominavano non solo perché producevano e distribuivano films ma soprattutto perché controllavano le sale: basti pensare che negli anni Trenta e Quaranta la produzione e la retribuzione delle star incidevano solo per il cinque per cento degli investimenti, il 94% era per la proprietà  dei locali.
Nel 1948 la Corte suprema decretò che lo “studio system” era un monopolio illegale. Gli studios dovettero vendere le catene di cinema di loro proprietà .
Il calo del numero degli spettatori e la perdita della garanzia di sicurezza costituita dalla proprietà  delle sale cambiò l’industria cinematografica. Le major ridussero le attività , licenziarono molti impiegati, vendettero risorse… Eppure la Warner Bros è ancora sulla cresta dell’onda, rilancia Judy Garland e propone nuove stelle come Marlon Brando, James Dean e Doris Day.

Nel 1967, la società viene rilevata dalla Seven Arts e nel ’69, sotto l’egida dell’impero finanziario e multinazionale Kinney, la denominazione muta in Warner Communications.

La Warner Bros ha recentemente fatto parlare di sé sia annunciando la distribuzione di Dvd ad alta definizione esclusivamente in formato Blu-ray della Sony (abbandonando definitivamente il formato Hd sostenuto da Toshiba e da Microsoft), sia rilasciando un comunicato ufficiale secondo cui sarebbe stata lei a far rimuovere da YouTube tutte le clip musicali.

Qui il video con una rassegna delle locandine e delle musiche dei più celebri successi: La Warner Bros.

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