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Sette spose per sette fratelli (1954) di Stanley Donen

settesposeRegia:  Stanley Donen
Sceneggiatura:  Stephen Vincent Benet, Albert Hackett, Frances Goodrich, Dorothy Kingsley
Cast: Jane Powell, Howard Keel, Jeff Richards, Russ Tamblyn, Tommy Rall, Marc Platt, Matt Mattox, Jacques d’Amboise, Julie Newmar, Nancy Kilgas, Betty Ann Carr, Virginia Gibson, Ruta Lee, Norma Doggett, Ian Wolfe, Don Lurio
Paese: USA (1954). Uscita Italiana: 9 Febbraio 1955. Uscita USA: 22 Luglio 1954

Trama:
Nell’Oregon banda di fratelli tagliaboschi hanno qualche difficoltà a trovar moglie, pur essendo giovani e prestanti. Per risolvere la situazione compiono una specie di moderno ratto delle Sabine.

Recensione Sette spose per sette fratelli (1954) di Stanley Donen:
(Titolo originale: Seven Brides for Seven Brothers)

settespose-locandinaE’ uno dei migliori film musicali mai realizzati. Le musiche ed i balletti sono un vero capolavoro. Un film che non ci si stanca mai di vedere. Una gioia per gli occhi e le orecchie (che è possibile godere anche sulla tv satellitare che lo trasmette ripetutamente)!

When “Seven Brides for Seven Brothers” was filmed and released, it was not expected to be a ‘hit’. M-G-M Studios were surprised when the movie turned out to be a ‘sleeper’, instead, and became one of the highest grossing movies of its era (Wikipedia).

Uno dei vertici della musical comedy con targa M-G-M (il Morandini).

Decisamente innovativo rispetto alla tradizione. Finiva il tip tap a favore della nuova danza acrobatica, per la coreografia del giovanissimo Michael Kidd (Oscar)… Uno dei più irresistibili musical del cinema… A quarant’anni di distanza il film continua ad essere un irripetibile spettacolo (Pino Farinotti).

Celeberrimo, per musica e coreografia, il balletto centrale, quanto di meglio il grande schermo ci abbia mostrato: movimento, acrobazia, eleganza, fantasia… al top!
Ecco quanto scrisse il “Corriere della Sera”:
È una danza che comincia con un andamento di quadriglia rusticana. Ma poi, nell’orgasmo da una parte e dall’altra di emularsi, subito si accalora, si monta, le figure diventano sempre più piroettanti e strampalate; ben presto non è più una danza, è una vertiginosa gara a tempo di polka di diciotto formidabili ballerini acrobati che si pigliano, si schivano, si scavalcano, si lanciano, usufruendo di tutte le superna, i dislivelli, gli appigli che può offrire la radura di un villaggio tagliato nella foresta. Qui sì che il Cinemascope ha una sua funzione: tutte le risorse di questo mezzo turgido, drastico, chiassoso, brutale sono abilmente sfruttate per arrivare a un effetto unico e sorprendente.

Qui il mio omaggio in video a “Sette spose…” con immagini, locandine, musiche…

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