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Helen (2008) di Joe Lawlor e Christine Mollowy

Titolo Originale: Helen. Regia: Joe Lawlor, Christine Mollowy
Sceneggiatura: Joe Lawlor
Cast: Annie Townsend, Sandie Malia, Dennis Jobling, Sonia Saville.
Paese: UK, Irlanda (2008)
Uscita Italiana: nd Uscita USA: 2008
Trama: Una ragazza di nome Joy scompare e un’altra ragazza della polizia, Helen, ricostruisce la sua vita e si sostituisce a lei per riuscire nelle indagini. La ricerca sarà sconvolgente.

Recensione:

La diciottenne Joy è scomparsa. La polizia per riuscire al meglio nella ricerca della giovane, ricostruisce la sua vita, soprattutto nelle ultime ore prima della sparizione. Dopo aver esaminato varie ragazzine, per interpretare Joy, la polizia sceglie Helen, una ragazza che somiglia molto alla giovane scomparsa. Helen studia nella stessa scuola di Joy, ma non sono mai state amiche, le loro vite sono più di quanto diverso si possa immaginare, le accomuna, all’apparenza, solo la somiglianza fisica. Joy ha una bella famiglia, Helen è orfana, vive in orfanotrofio; Joy eccelleva a scuola soprattutto in matematica, Helen è mediocre; Joy aveva sogni e ambizioni, Helen dice di non averne. Dietro i consigli e le spiegazioni fornite dalla polizia a poco a poco Helen, per forza di cose, entra nei panni e nella vita di Joy, venendo a contatto con un mondo diverso, più caldo, più protettivo di quello in cui è cresciuta.

Helen è in concorso nella 26 edizione del Torino Film Festival. Il regista e l’attrice principale (Annie Townsend) erano presenti, ieri, 22 novembre, in sala, alla proiezione della prima del film.
Joe Lawlor si è dichiarato onorato di concorrere a Torino, ha portato anche l’entusiasmo della coregista e cosceneggiatrice Christine Mollowy, nonché sua moglie, assente perché è dovuta restare a casa a badare al loro bambino.
Christine Molloy e Joe Lawlor negli ultimi quattro anni hanno lavorato insieme a un progetto chiamato Civic Life che coinvolge piccole comunità nella produzione di nove cortometraggi ad alta definizione per il cinema, girati in 35mm mediante l’uso di piani sequenza. Nel 2004 il loro film Who Killed Brown Owl ha vinto il Best British Short Film Award al Festival di Edimburgo. Nel 2008 il loro ultimo cortometraggio, Joy, ha vinto il Prix UIP al Festival di Rotterdam. Helen è il culmine del progetto Civic Life.
“Helen è il tentativo di ritrarre una ragazza profondamente complessa. Tale complessità esiste in tutti noi ma troppo spesso i teenager non sono visti o descritti in questo modo. Data la sua
storia personale, Helen è anche intensamente riservata: raramente infatti la vediamo mostrare i suoi veri sentimenti. Questa moderazione emotiva è il cuore del film e conduce a un mondo introspettivo attraverso il quale si sviluppa la vicenda. Helen è la storia tenera e gentile di una ragazza che combatte per trovare se stessa ed entrare così nel mondo adulto.”
I due registi hanno messo in scena una forma di cinema narrativo; l’approccio sembra quasi gelido, occorre un lavoro da parte dello spettatore perché l’emozione venga fuori. Hanno utilizzato con la macchina da presa una forma più che originale, di antica maniera, usata negli anni 50. La loro intenzione è stata quella di espandere il più possibile le riprese per permettere all’obiettivo di non interferire lasciando al pubblico il tempo di riflettere; questo è il loro stile, a loro non piace interrompere le scene.
Questa pellicola è stata girata in 14 giorni, in modo molto rapido, tra Irlanda e Inghilterra; gli attori sono stati scelti volutamente tra gente comune, non sono professionisti. È una storia intimista, profonda che gioca con misteri e le tortuosità della mente. Sotto alcuni punti di vista è anche inquietante, per il cammino intrapreso dalla mente di Helen.
È Helen la protagonista, il punto chiave del film, il resto è un contorno, dalla ragazza scomparsa, alla ricostruzione della polizia.
È Helen e il suo modo incerto, titubante di guardare fuori da una finestra, di fissare il futuro spaventata, senza grandi pretese, con il desiderio di avere una vita diversa, per questo la figura di Joy, la affascina tanto.
È Helen con le sue elaborazioni mentali che invade lo schermo, è il suo dramma metafisico che richiama l’attenzione dello spettatore.

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