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Recensione: À l'intérieur (2007) di Alexandre Bustillo e Julien Maury


La casa, ambiente apparentemente lontano da ogni minaccia esterna, è forse una delle location più care al cinema horror, soprattutto slasher. À l’intérieur è un film (purtroppo ancora inedito in Italia) che riproduce fedelmente tutte le tematiche care al genere, dando vita ad un teatrino Grandguignolesco tra i più atroci e insostenibili degli ultimi anni.

Quello dell’horror francese è un caso che andrebbe analizzato in maniera approfondita, non solo perché è stato capace di imporsi all’ attenzione mondiale con una manciata di pellicole (cosa comunque degna di nota), ma perché è riuscito nel giro di pochi anni a lasciare un solco profondo – impossibile da ignorare – lungo il suo cammino.
Non si tratta di solo stupore. Lo stupore è una cosa facile da ottenere e il più delle volte è destinato ad estinguersi nel giro di pochi giorni.
Quello che in Francia si è creato negli ultimi anni è un vero e proprio fenomeno che, attingendo dalla cinematografia passata, è riuscito ad assumere i connotati del genere.
Sarà questione di indole, ma la cosa che più stupisce di questi film (oltre al qui presente si possono citare Alta Tensione, Frontiers e Martyrs) è la presenza del sentimento.
L’emozione mista alla violenza che caratterizza questi titoli dà inevitabilmente luogo ad una perversione difficile da dimenticare, capace di rappresentare un vero e proprio segno distintivo.

À l’intérieur, opera partorita dalla mente di Alexandre Bustillo, redattore della rivista Mad Movies (quando un appassionato dà sfogo ai suoi incubi c’è da aver paura), non è ovviamente da meno, nonostante la sua matrice convenzionale.
Principale fonte di ispirazione è l’Halloween di John Carpenter (l’assassina presenta infatti molti punti di contatto con Michael Myers), da cui il film si discosta per la marcata dose di violenza sempre esplicita e mai lasciata fuori campo (un evidente richiamo al cosiddetto Torture Porn).
Un crescendo che culmina in un finale di difficile sopportazione (tra i più atroci degli ultimi anni), anche perché ad essere minacciato è proprio un simbolo sacro come la maternità.
Sotto questo punto di vista il titolo della pellicola diventa doppiamente allusivo.
Intrappolata all’interno delle mura domestiche si trova la giovane protagonista, è vero, ma la vera vittima è un’altra.
Il bambino che si trova dentro (À l’intérieur) di lei.

SCHEDA DEL FILM

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